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L’AVVOCATURA ITALIANA IN RICORDO DI EBRU TIMTIK

I giuristi italiani hanno deciso di non spegnere i riflettori sulla morte dello stato di diritto in Turchia, coinciso con la morte dell’avvocata turca Ebru Tmtik, avvenuta a seguito di un prolungato sciopero della fame. Inisieme al collega Aytaç Unsal, Ebru ha portato avanti fino alle estreme conseguenze questo tipo di protesta per chiedere un processo equo per se e per i propri assistiti, una giurisdizione indipendente dalla sfera politica e di poter esercitare liberamente la propria professione di avvocato.
Ebru Timtik era stata arrestata nel 2018, con altri diciotto avvocati attivi nella difesa di casi politicamente sensibili, che vedevano sotto processo lo Stato turco. Nel marzo del 2019 fu condannata, insieme agli altri avvocati, ad un totale di 159 anni di reclusione con l’accusa di far parte di un gruppo terroristico, avendo difeso soggetti accusati di tale reato.

Il 28 settembre, in occasione del trigesimo dalla sua morte, davanti ai Tribunali di molte piazza italiane (tra le quali ricordiamo quelle di Bologna, Bari, Firenze, Pistoia, Arezzo, Padova, Prato, Torre Annunziata, Lucca, Bergamo, Ferrara), gli avvocati si sono ritrovati in toga insieme alla cittadinanza per manifestare, in modo sobrio e garbato. Momenti di silenzio sono seguiti ai forti messaggi lanciati in onore del suo sacrificio. Ovunque troneggiava l’immagine di Ebru, diventata ormai simbolo in tutto il mondo della giustizia negata in Turchia.
L’intento è quello di riaffermare il valore costituzionale del diritto di ciascuno alla difesa e ad un processo giusto ispirato unicamente al principio di legalità e di presunzione di non colpevolezza.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Stefanì, ha sottolineato la volontà degli avvocati di Bari di «onorare il ricordo di una collega che ha sacrificato la propria vita per la giustizia e la tutela dei diritti delle persone. Un appuntamento per rimarcare ancora una volta il diritto fondamentale alla difesa di ogni cittadino. Un momento anche per ricordare tutti gli avvocati che si battono per questo in tutto il mondo».
L’Avvocatura italiana continua ad esprimere una grande preoccupazione poiché è grave constatare che, anche nel nostro Paese, specialmente nel caso di processi particolarmente rilevanti, lo schema sempre più ricorrente è quello di equiparare – da parte dell’opinione pubblica – gli avvocati ai loro assistiti e quindi negare la dignità e l’altissima funzione sociale dell’Avvocato.
Gli Avvocati denunciano tale pericolosa deriva culturale ricordando che in un Paese democratico, qual’è il nostro, la funzione difensiva in ogni sede costituisce un vero e proprio baluardo per la difesa dei diritti civili e dei diritti umani. Tentare di fare a meno degli avvocati significherebbe rinunciare alla democrazia ed alla effettiva tutela volta al riconoscimento dei diritti di tutte le persone così come previsti dalla legge internazionale.

[source Dogan Press Agence]

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