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Se 15 avvocati vi sembrano pochi… Breve riflessione sullo stato attuale in Turchia

Se 15 avvocati vi sembrano pochi…
Breve riflessione sullo stato attuale in Turchia
La resistenza di Nuriye e Semih contro lo stato di emergenza che li aveva condannati, assieme a migliaia di altri lavoratori, alla morte sociale dopo essere purgati dal loro posto di lavoro è senza soluzione di continuità. Nulla è in grado di farli cedere. Lotta sempre più sostenuta e difesa da altri lavoratori che sfidano divieti, repressione, arresti, stati di fermo, tortura..
Nuriye e Semih sono in sciopero della fame del 9 marzo. Hanno fame di giustizia da oltre 200 giorni.
Chiaramente il governo fascista dell’AKP non poteva tollerare questa situazione parimenti al crescere della solidarietà interna ed internazionale e difatti ha dapprima accentuato la pressione sui due insegnanti proibendo fin da fine 2016 qualsiasi forma di manifestazione, canti, balli ed ogni sorta di invocazione ( scritta e/o orale) dei nomi di Nuriye e Semih ad Ankara. Suscitando l’effetto opposto.
Dopo averli arrestati a maggio per “appartenenza ad associazione terrorista” che in Turchia è come dire buongiorno/buonasera.
Dopo averli trasferiti a forza nell’ospedale della prigione del carcere di Sincan dove erano reclusi, dopo la vergognosa sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo del due agosto che diceva che i due potevano stare nell’ospedale del carcere. ( “stanno bene e sono curati”) imponendo però al governo turco di assegnare ad ognuno di loro una persona a loro scelta  in assistenza h24 ( cosa recepita dal governo turco con settimane e settimane di ritardo). Lo stato turco si accorge che tutta questa coercizione non serviva e la prima udienza del processo si avvicinava: 14 settembre al tribunale di Ankara
Due giorni prima il 12 settembre (anniversario del golpe del 1980) 16 avvocati del collegio difensivo vengono tratti in stato di fermo impedendo loro di essere presenti al processo. Tutti avvocati legati all’esperienza viva degli avvocati del popolo e degli avvocati progressisti #HHB #CHD.
Un bel problema che le oltre 2135 deleghe firmate in poche ore da avvocati da ogni angolo della Turchia a sostegno della difesa riescono sicuramente a mostrare una solidarietà generosa ma che rendono difficile tecnicamente sostenere la difesa nella sua totalità. Per via del fatto che tutta la documentazione preparata dagli avvocati della difesa viene sequestrata e fatta sparire dalla polizia di Erdogan.
L’udienza del 14 settembre è una farsa in cui i due imputati sono assenti per “ragioni di sicurezza” in quanto lo straripante apparato poliziesco turco non ha i numeri per garantire che Nuriye  e Semih (ormai allettati)non tentino la fuga.
I due dossier ( di 25 e 45 pagine) sono solo spazzatura costruita dai corpi di polizia in cui le accuse sono: aver fatto la V di vittoria con le dita, aver scritto sui social media con colori giallo e rosso, di essersi vestiti di rosso e giallo, di aver scritto voglio il mio lavoro indietro con questi colori. Colori che rimandano ai colori del Fronte del Popolo e di riflesso evocare i colori del DHKP-C. Aver partecipato ad assemblee pubbliche in cui denunciavano le purghe e le loro situazioni. Aver linkato articoli che parlavano della loro situazione sul giornale del Fronte Popolare dedicato ai lavoratori pubblici.
Due giorni dopo l’udienza per 14 dei 16 avvocati lo stato di fermo viene tramutato in arresto con l’accusa di “appartenenza ad organizzazione terrorista”(tanto per cambiare). E contemporaneamente dalla Procura di Istanbul viene emessa una lista di 110 nominativi di militanti del Fronte del Popolo (Halk Cephesi) in qualche modo collegabili ad “una organizzazione terrorista”. Si apre la caccia all’uomo in tutta la Turchia.
Due giorni prima della seconda udienza Nuriye Gulmen viene sequestrata alle due di notte senza poter conferire con famigliari o avvocati e messa sotto controllo nell’ospedale pubblico di Numune ad Ankara. Potendo ricevere una sola visita al giorno e per 5 minuti. Qualcuno ha visto Je suis Charlie o la Corte europea dei diritti dell’uomo? O le lacrime della Mogherini?
Ospedale dove è tuttora sequestrata e sotto costante minaccia di subire un trattamento “medico” forzato che la rimanderebbe all’età infantile di 6/8 anni.
Questa operazione  poliziesca dello Stato turco risponde alla necessità di impedire a Nuriye di mostrarsi in pubblico e di difendersi al processo.
Cosa che invece Semih potrà fare con la forza di un leone.
Udienza del 28 nel tribunale del carcere di Sincan militarizzato oltre ogni umana immaginazione  come fossimo nell’Argentina degli anni 80.
Udienza in cui non arriva il documento che dovevano arrivare come deciso all’udienza precedente e che avrebbero dato al processo un percorso diverso.
Ma arriva da Istanbul per mano della pubblica accusa la “dichiarazione” di due testimoni tutt’ora in carcere che riconoscono Nuriye e Semih come membri del DHKP-C e che da questo avrebbero avuto l’ordine di dichiarare lo sciopero della fame con fini “eversivi”.
Qui tutto diventa chiaro. Ed è un grande insegnamento che ci arriva da questa storia: dobbiamo sempre tenere presente
la necessità della borghesia capitalista di contravvenire alle sue stesse leggi per mettere a tacere il movimento rivoluzionario, popolare, di resistenza. L’esigenza di reprimere da un lato ma anche l’assoluta necessità di isolare con delazioni, pentimenti, dissociazioni ecc. per poter colpire più impunemente.
Lo Stato con le sue leggi (che fa e disfa secondo i suoi bisogni ma sempre in ottica anti-rivoluzionaria, anti-proletaria) non è riuscito a fermare la lotta di Nuriye e Semih anzi questa gli sta proprio scappando di mano e allora ha dovuto creare un teorema sulla base di dichiarazioni estorte con la tortura, le minacce..
Non solo contro Nuriye e Semih ma contro tutta l’articolazione del movimento popolare di resistenza allo stato di emergenza nella fattispecie il Fronte Popolare. Atteggiamento già in atto dalla proclamazione dello stato di emergenza ma oggi diventato un attacco “fuori controllo” che rappresenta molto bene la psicosi del governo turco e dei grandi burattinai di questa situazione: Erdogan e Suleyman Soylu eroinomane fascista ministro dell’interno autore del capolavoro pubblicato on line della rivista del ministero degli interni che preparava la strada alla prima udienza in cui diffamava bellamente una serie di oppositori turchi esiliati all’estero ( Fra cui Bahar Kimyongur che denuncerà Suleyman alias “SS”presso il tribunale di Istanbu) come menti principali che gestiscono lo sciopero della fame di Nuriye e Semih.
Quando il 28 settembre il Fronte del Popolo, commissione relazioni internazionali, emette un comunicato in cui denuncia come la militante Fadime Yigit recatesi alla stazione di polizia in quanto sottoposta ad obbligo di firma viene sequestrata minacciata e torturata con la richiesta di fare nomi, i cani di Erdogan diventano rabbiosi. Una furiosa ondata di arresti si abbatte sul movimento di Resistenza fino ad arrestare anche chi fa attività di cura e sostegno agli immigrati.
È poi la volta di Mustafa Kocak che rivela come sia stato interpellato per testimoniare contro Nuriye e Semih e nel caso si fosse rifiutato gli avrebbero stuprato le sorelle. Tempo 24 ore e per Mustafa si sono aperte le porte del carcere.
La Turchia è un paese estremamente preparato a livello di tortura. La CIA ha formato generazioni di torturatori anche in questo paese
E quello che oggi vediamo è una campagna di terrore dello Stato turco terroristica, contro il suo popolo confidando che molti continuino a girarsi dall’altra parte o a mettere la testa sotto la sabbia.
Gli arresti sono assolutamente selettivi
Come l’ondata di arresti di due giorni fa che comprende un altro avvocato del popolo, Naim (e con lui siamo a quindici avvocati arrestati) e Ayse Lerzan Caner conosciuta e stimata anche in Italia per il suo instancabile lavoro a fianco delle famiglie dei prigionieri politici.
Con molti degli arrestati nelle ultime settimane  ci legano profondi rapporti di stima e collaborazione
Con loro abbiamo condiviso importanti esperienze di reale internazionalismo in Siria, in Donbass, nella stessa Turchia come nel Curdistan.
Di certo neanche noi ci faremo intimidire.
Da sempre lo Stato borghese ha usato queste tecniche contro il movimento popolare ( in Europa in Italia ovunque…) e rivoluzionario. Dove non arriva “legalmente” arriva con la tortura lo stupro…basta saperlo e ricordarsene quando sarà il tempo.
Se oggi la Turchia ci appare come l’Argentina degli anni 80 come un gigantesco carcere a cielo aperto la resistenza è più viva che mai.
Chi realmente ha a cuore i destini dell’umanità oggi non può più stare in silenzio.
Non può non stare a fianco del movimento popolare turco e denunciare quanto sta accadendo ai compagni e agli amici turchi.
Non può non essere la voce di Nurye e Semih.
LA SOLIDARIETÀ È UN ARMA, USIAMOLA!
I vostri comunicati possono essere spediti al seguente indirizzo antiemperyalistresist@gmail.com
Morte al fascismo
Morte allimperialismo
No pasarán!
Erdogan il terrorista sei tu!
Areaglobale – Antimperialist Front Italia
Ne pas se raconter des histoires

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